La stagione dicono che sia finita, ma a finire è solo la sicurezza in mare

Comunicato stampa. E’ intollerabile che una anziana signora (ma questo vale per tutti) trascini il corpo del marito fuori dall’acqua del mare gridando invano aiuto perché la torretta di salvataggio è vuota.
Nessun rappresentante delle associazioni di categoria dei bagnini si è sentito in dovere di esprimere pubblicamente vicinanza alla famiglia del turista deceduto. Diversa sensibilità, anzi solidarietà, è emersa nei giorni scorsi verso i bagnini colpiti dai provvedimenti della Guardia di Finanza. Due pesi e due misure; ma nel primo caso si parla di una vita umana, nel secondo di denaro.
Sul dramma accaduto venerdì 14 settembre le uniche ciniche dichiarazioni sono state quelle di un rappresentante dei bagnini secondo le quali “nel caso in questione la presenza del salvataggio non avrebbe potuto garantire la salvezza del bagnante deceduto”.
Simili valutazioni andrebbero riservate ad esperti e con i “se” non si può sanare un dato di fondo: nel rimpallo di responsabilità tra chi poteva e chi doveva garantire l’ampliamento del periodo obbligatorio di Salvataggio, da Rimini a Cattolica non si sta facendo tutto il possibile per tentare di salvare chi è in difficoltà o ha un malore mentre fa il bagno.
Non è così ovunque, da Bellaria-Igea Marina fino ad arrivare a Cervia, con modalità diverse, il Servizio Pubblico di Salvataggio viene garantito oltre il 9 settembre.
Pare che, su determinate questioni strategiche per il turismo, le politiche siano lasciate a poche particolari categorie che impongono il loro “modello” aziendale da Viserba (o meglio Viserbella) a Cattolica.
Mentre tutti sono affaccendati a creare eventi, portare turisti, popolare la nostra riviera finché c’è bel tempo, altri non vedono l’ora di chiudere gli ombrelloni.
Quanto bisogna attendere, o cosa, perché la politica batta un colpo su questo tema? Il Servizio Pubblico Essenziale di Salvataggio è di interesse pubblico, non privato.
Fin dalla primavera scorsa la CGIL ha chiesto che prima del termine della stagione estiva si attivassero i tavoli istituzionali previsti dall’ordinanza regionale, ma nulla si è mosso e così, come sempre, alcune importanti politiche di governo delle spiagge restano affidate a chi detiene interessi “molto particolari”.

Mirco Botteghi – Segr. generale FILCAMS CGIL Rimini

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In particolare, nel territorio riminese, si riscontra un aumento del 15,1% degli infortuni sul lavoro, con 305 denunce; un aumento superiore a quello regionale.