Carim: il momento delle scelte

Rimini 13 gennaio 2017 – L’ultima ristrutturazione preannunciata dalla banca CARIM rischia di trasformarsi nell’ennesimo tentativo dopo i tanti che si sono susseguiti anche dopo la conclusione del Commissariamento avvenuta nel 2012. Tutti questi anni sembrano passati invano e invece servirebbe una vera svolta, più trasparenza, ma soprattutto che venisse raccontata la verità. Non basta, infatti, la crisi economica a spiegare lo stato di debolezza in cui versa la banca, ma all’opinione pubblica, al territorio di riferimento si continuano a nascondere i veri problemi legati in primo luogo causati dall’elevato stock di crediti deteriorati e dalla loro insufficiente copertura. Fino a che punto, c’è da chiedersi, è a rischio il futuro della banca e quindi dei risparmiatori, del lavoro e dell’economia della città che invece, per tornare a crescere, avrebbe bisogno di una banca al servizio del territorio?

Oggi Carim ripropone la ricetta del taglio dei costi, e di conseguenza del personale, dando la colpa alla situazione economica e ciò nonostante i sacrifici chiesti nel 2015 debbano ancora essere completati (ancora migliaia di giornate di solidarietà da spesare nel 2017 a carico dei lavoratori).

È sfacciataggine pretendere dai lavoratori ulteriori sacrifici mentre ancora si stanno pagando gli oneri degli errori passati.

Per le banche è crisi nera, ma non senza responsabilità tanto che per alcune cominciano ad emergere inquietanti retroscena e pian piano i nomi eccellenti di coloro che avendo ricevuto dei crediti milionari non hanno restituito più nulla contribuendo al fallimento delle banche stesse. Per quanto riguarda Rimini, e lo chiediamo senza alcun interesse strumentale o di carattere scandalistico, si può sapere qual è lo stato dei crediti cosiddetti inesigibili?  

Sono stati fatti prestiti sulla fiducia? E da parte di chi a chi? Quando al tavolo istituito dalla Provincia si cercava di chiedere agli Istituti di Credito locale di anticipare la cassa integrazione ai lavoratori dipendenti dalle aziende in crisi, la maggior parte delle porte sono rimaste serrate. Ci dicevano che le banche non potevano rischiare. Non per i lavoratori, aggiungiamo noi.

Nell’ultimo periodo Carim ha annunciato un numero considerevole di esuberi. Eppure tra i rappresentanti delle istituzioni, della politica, delle categorie economiche, è una realtà che sta passando sotto silenzio, mentre se la crisi di questa banca, che è la più importante del territorio, dovesse perpetuarsi, ciò provocherebbe pesanti sofferenze non solo ai risparmiatori ma anche all’economia locale.  

Segreteria CGIL Rimini

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