CARIM. La Fondazione faccia chiarezza

Dalle colonne dei quotidiani nazionali apprendiamo che sarebbe ormai giunto alle battute finali il piano per il salvataggio di Carim. Dalla Fondazione Carim, invece, solo silenzio, anzi, gli unici rumori che arrivano dalla Fondazione descrivono discussioni interne unicamente sul fatto che, tra l’altro anche giustamente a nostro avviso, i responsabili di questo dissesto debbano rispondere del loro operato.

In passato abbiamo aspramente criticato le scelte della Carim. Nel 2015, a fronte di un piano lacrime e sangue per i dipendenti, come CGIL fummo i soli a scrivere all’azienda chiedendo di rivedere la decisione di chiusura delle filiali che ha portato alla scomparsa del marchio Carim da due intere regioni, sottolineando che quelle scelte non solo non avrebbero salvato la Carim, ma persino peggiorato la situazione.

A distanza di soli 18 mesi poi l’azienda ha aperto una nuova procedura di esuberi di personale, proposto la chiusura di filiali, lasciato a casa più di un dipendente in scadenza di contratto e, notizia della scorsa settimana, deciso in modo autonomo e repentino di chiudere improvvisamente la procedura senza spiegazione. Anche questo modo di agire è sintomo di uno stato di confusione e di mancanza di strategie concrete.

Chiediamo quindi alla Fondazione di svolgere il suo ruolo di azionista di maggioranza, di fare finalmente una scelta nell’interesse del territorio, dei lavoratori, degli azionisti e dei risparmiatori. Finalmente operare in trasparenza, fare chiarezza coinvolgendo il territorio e confrontandosi, per evitare ulteriori passi falsi che potrebbero compromettere definitivamente la situazione.

CGIL Rimini

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