Tagli alla Cultura: una logica punitiva

Apprendiamo di un altro declassamento selettivo da parte di un ministero che dovrebbe avere tra i suoi incarichi, quello della promozione della Cultura come accesso a forme diverse di espressione, di arti e di linguaggi.

Non basta dare l’impressione di avere un linguaggio forbito o di saper fare battute taglienti alle presentazioni ufficiali di eventi culturali, serve ascolto, attenzione, conoscenza e capacità di interpretare la cultura come luogo espressivo di accesso per tutta la nazione.

Il taglio ai finanziamenti del Teatro della Toscana e oggi il taglio ai finanziamenti al Festival di Santarcangelo dei Teatri, Festival che risponde proprio alle diverse forme espressive di arti e di linguaggi,  che porta in Italia visitatori da tutto il mondo e indotto culturale, che riconosce lavoro nella Produzione Culturale a singole artiste/i ma anche a Compagnie, a tecniche/tecnici, organizzatrici e organizzatori che lavorano nel panorama Culturale, che vivono del loro lavoro e costruiscono il futuro su questo, rappresentano oggi un vero impoverimento.

SLC CGIL assieme alle lavoratrici e ai lavoratori della Regione Emilia Romagna, denunciano una cecità nazionale nel non riconoscere la Cultura come valore anch’esso “patriottico”, valore che si esprime tramite lavoro: nel cinema, nei teatri, nelle cooperative di spettacolo, nelle arti circensi, nella produzione musicale e lirica, nei festival; e non un lavoro che deve rispondere ai requisiti selettivi e di controllo del Ministro che epurano tutti quanti manifestano una opinione diversa o un linguaggio diverso, ma un lavoro in cui vengano riconosciuti i diritti, che abbia misure di sostegno al reddito reali e adeguate a un settore discontinuo per sua natura, che veda il rinnovo dei Contratti Nazionali di settore sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative.

Le istituzioni devono intervenire a fianco delle Organizzazioni Sindacali nel controllare e condizionare i finanziamenti al rispetto dei contratti, delle norme di sicurezza sul lavoro, dei bilanci  trasparenti, della consegna dei contratti individuali alle lavoratrici e ai lavoratori prima dell’inizio di ogni attività.

Siamo solidali con il direttore del Festival di Santarcangelo, Tomasz Kirenczuk, e con tutta la comunità Culturale che questo festival l’ha visitato, partecipato, ne ha scritto e parlato e a tutte/i quelli che ne fruiscono e ne fruiranno, ma soprattutto con le lavoratrici e lavoratori che all’interno ci lavorano.

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