Il diritto alla casa, o comunque all’abitare, riguarda trasversalmente le fragilità che attraversano la società: in Italia ed anche nella provincia di Rimini. Dalla mobilitazione degli studenti, che per settimane hanno presidiato atenei e Parlamento, alla condizione di crescente povertà che investe le fasce più fragili della società, continuando con le contraddizioni che le economie turistiche determinano nel mercato immobiliare: tutto imporrebbe investimenti straordinari in questo ambito.
Casa: nella Legge di bilancio niente
La Legge di Bilancio 2024 del Governo parla di casa un unico punto: all’articolo 3 vi è la proroga per il 2024 del fondo di garanzia per la prima casa. Del resto si tratta di una misura indispensabile per evitare la perdita della casa; essa si colloca però sullo sfondo di aumenti medi dei mutui del 30%.
Non c’è nulla sul contributo affitto, nonostante l’incremento medio delle locazioni dovuto all’inflazione: ormai si impegna oltre il 40% del reddito solo per avere un tetto sulla testa.
Nulla per ripristinare le migliaia di alloggi pubblici sfitti ed in attesa di risorse per riassegnarli alle decine di migliaia di cittadini in graduatoria da anni.
Nulla è previsto per garantire il diritto all’abitare di chi deve cambiare residenza per lavoro o studio: tutto è lasciato al libero mercato, che come noto nel settore immobiliare accentua le diseguaglianze a sfavore dei soggetti più fragili.
Gli sfratti per morosità incolpevole, logica conseguenza di una politica nazionale che ha “bastonato” i poveri, si riverseranno sulle amministrazioni locali, senza che a queste venga riconosciuto alcunché. A tal proposito il Governo con la Legge di bilancio sottrae 350 milioni di euro di risorse che erano destinate al sostegno alle persone con disabilità e non prevede somme per la non autosufficienza, nessun finanziamento nemmeno per i fondi per l’affitto e la morosità incolpevole
Una petizione popolare per cambiare le cose
Per una modifica della legge di bilancio e l’avvio di un piano casa nazionale, il SUNIA ha lanciato in questi giorni una petizione popolare nazionale con l’obiettivo di raccogliere migliaia di firme. In particolare si chiede al Parlamento di mettere in agenda misure strutturali in grado di garantire un abitare dignitoso a tutti.
In provincia di Rimini si può sottoscrivere la petizione in tutte le sedi CGIL del territorio, per maggiori informazioni è possibile telefonare allo 0541779946 o scrivere una e-mail a rn.ufficiostampa@er.cgil.it .
La situazione in Emilia-Romagna
In Emilia-Romagna è in fase di approvazione il DAL n. 154 del 2018, “Atto Unico sull’edilizia residenziale pubblica”. CGIL e SUNIA Emilia – Romagna, unitariamente a CISL e UIL ed alle omologhe organizzazioni, hanno evidenziato alla Regione alcuni aspetti per il miglioramento di questo strumento. Nelle graduatorie per l’assegnazione delle “case popolari” è necessaria la definizione di una “premialità” rappresentata dall’anzianità della domanda, che diventa sinonimo di residenzialità, stabilità ed inserimento socio economico nel territorio regionale. La scelta di favorire piani economici ACER, anche con il ricorso al credito per il ripristino degli alloggi ERP, devono essere oggetto di esame preventivo con le Organizzazioni sindacali, così come lo devono essere i bandi e gli iter di assegnazione degli alloggi.
Rimini: una provincia dove il “problema casa” sta diventando insostenibile
Abitare e studiare in un territorio che consuma suolo, ma senza riuscire a dare risposte adeguate al bisogno primario del tetto sulla testa, sta diventando una contraddizione esplosiva. Secondo l’IRES (Istituto Ricerche Economiche Sociali) dal 2006 al 2021 in provincia di Rimini si sono consumati 400 ettari di suolo (+ di 400 campi da calcio). Eppure, vivere nel riminese sta diventando difficile sia per quanto riguarda l’acquisto che l’affitto di una casa. In sostanza l’aumento di “costruito” (residenziale) non ha sgonfiato un mercato immobiliare che vede nel fenomeno turistico la principale criticità per chi decide di vivere e costruire il proprio futuro in provincia di Rimini. Se a livello locale le strade da perseguire possono essere – tra le altre – quelle di un forte disincentivo agli affitti brevi a scopi turistici ed un riutilizzo sociale del patrimonio immobiliare pubblico in disuso, innanzitutto quello che proviene da confische alla criminalità organizzata, come si è visto il tema è ignorato a livello centrale dal Governo.
Nel 2022 – secondo dati messi a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna – erano 1.960 le richieste di contributo affitto per il distretto “Riccione” (comuni a Sud della provincia) e 3.977 per quello “Rimini” (comuni a nord della provincia): domande che nel 2024 difficilmente potranno essere soddisfatte visto il mancato rifinanziamento da parte del Governo al Fondo sociale affitti. Le domande 2022 peraltro già erano raddoppiate rispetto a quelle 2021.
Rimini, 9/11/2023
CGIL Rimini – SUNIA Rimini