IL FILO DEL LAVORO – Sintesi dei lavori del convegno organizzato da Filctem CGIL Rimini

Un concentrato di cultura, tradizione e bellezza, un luogo davvero appropriato quello del cinema Fulgor di Rimini per ospitare il Convegno “il Filo del lavoro” organizzato dalla Filctem Cgil per parlare di lavoro nel settore della moda e in particolare del tessile e abbigliamento.

Sono passati dieci anni dall’inizio della crisi che ha sconvolto e trasformato l’economia mondiale e sebbene la ripresa in Italia sia molto lenta e tardiva, c’è la necessità per la Cgil di analizzare i cambiamenti che sono intervenuti e fare il punto sullo stato attuale delle imprese e del mercato del lavoro.

Purtroppo – ha detto in apertura Francesca Lilla Parco Segr. Filctem Cgil Rimini – gli anni di crisi hanno prodotto in gran parte la svalorizzazione del lavoro, perché molto spesso il lavoro è diventato precario, povero, un lavoro che non mette al centro la professionalità, le competenze, il sapere.

Al contrario, piena e buona occupazione è ciò che abbiamo affermato, prima, nel nostro Piano del Lavoro Nazionale e, dopo, sottoscrivendo, insieme agli altri attori pubblici, il Patto per il Lavoro in Emilia Romagna. Lo scopo: creare buon lavoro, mettendo al centro lo sviluppo del territorio e rendendo l’intervento pubblico un motore dell’economia. Per fronteggiare la crisi abbiamo scelto la strada di una proposta di sistema elaborando la Carta dei Diritti Universali del lavoro, una legge d’iniziativa popolare presentata in Parlamento con 1,5 milioni di firme raccolte.”

Per il territorio ha portato il saluto istituzionale Alice Parma consigliera provinciale con delega al Lavoro che ha confermato il suo impegno per la ripresa del tavolo anticrisi, a suo tempo istituito in Prefettura, da aggiornare in relazione alle condizioni attuali del mercato del lavoro.

Nel corso dei lavori è stata presentata la ricerca “Il tessile nella provincia di Rimini” a cura di Gianluca De Angelis dell’Ires Emilia Romagna.

Rispetto al contesto regionale, quello riminese mostra segni di forte vivacità e le sole imprese in diminuzione sono quelle del reparto dei prodotti in pelle. Dopo un periodo di variazioni negative, e in modo più significativo che nel resto della Regione, sono tornate ad aumentare le esportazioni anche se le importazioni crescono di più.

La manodopera è in larga parte subordinata, a tempo indeterminato, femminile, di età avanzata e lavora in gran parte tra le 31 e le 40 ore.

Tra i temi affrontati nel dibattito, le innovazioni tecnologiche, i luoghi di produzione, la trasformazione del lavoro e il contributo degli Istituti scolastici e dell’Università per la costruzione delle competenze necessarie. Una riflessione propedeutica all’individuazione di quelli che potrebbero essere gli scenari e le strategie da intraprendere per una nuova crescita, che va fatta da tutti i soggetti in campo. Dunque un confronto necessario tra imprese, sindacato e istituzioni che è ciò che ha ispirato la tavola rotonda all’interno del convegno, al quale non si sono sottratti, sollecitati da Simona Mulazzani giornalista di Icaro TV, l’assessore regionale Palma Costi, i rappresentanti delle imprese Aeffe, Gilmar e Fuzzi, il professor Giampaolo Proni del Corso di Laurea in Culture e Tecniche del costume e della moda – Campus di Rimini, il Segretario della Filctem CGIL regionale Giordano Giovannini.

Il compito di tirarare le fila della discussione è stato affidato a Sonia Paoloni, Segretaria nazionale della Filctem Cgil. “Se il made in Italy vuole continuare a mantenere la sua leadrship nel mondo non può rinunciare alla grande professionalità delle lavoratrici e dei lavoratori del settore – ha detto Paoloni. Il settore ha subito notevoli trasformazioni ed evoluzioni, alcune traumatiche che hanno visto la perdita di migliaia di posti di lavoro, altre, governate dalle imprese insieme alle Organizzazioni sindacali, hanno saputo riposizionare le aziende con politiche di gestione dell’occupazione su livelli competitivi alti, puntando sullo sviluppo tecnologico e sulle produzioni di qualità. Le professionalità sono indispensabili per il mantenimento degli elevati standard qualitativi – ha continuato la Segretaria nazionale. C’è bisogno, oggi più che mai di una visione di sistema concertata. Formazione continua, investimenti strutturali della politica e di ricerca delle aziende coniugate a politiche di trasparenza per far emergere le sacche di sfruttamento nella filiera produttiva, sia italiana che estera, che ledono i diritti dei lavoratori e impoveriscono interi territori”.

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In particolare, nel territorio riminese, si riscontra un aumento del 15,1% degli infortuni sul lavoro, con 305 denunce; un aumento superiore a quello regionale.