Educatrici di Cattolica senza stipendio. Se all’inefficienza amministrativa risponde l’incompetenza di certa politica, il problema si fa doppio.

Da sei mesi 4 educatrici dipendenti della cooperativa Domino, vincitrice dell’appalto bandito dal Comune di Cattolica, sono senza stipendio.

La cooperativa Domino, di Pesaro, ha lavorato per il Comune di Cattolica dal settembre 2013 ad agosto 2015 e poi da ottobre 2017 ad oggi. In quest’ultima gara si è presentata da sola e ha vinto. Non è sconosciuta nel mondo delle cooperative. Da tempo è insolvente con le lavoratrici, non paga stipendi e contributi, ma neppure il commercialista, e si nega ad ogni tentativo di contatto.

Il Comune appaltante è responsabile in solido e deve pagare se la Cooperativa è insolvente, ma la burocrazia ha le sue regole (documentazione da reperire ecc. ecc.) e l’Amministrazione ancora non ne è venuta a capo. Da aggiungere, tra l’altro, che il commercialista non essendo stato pagato dalla Domino non ha fornito le buste paga degli ultimi tre mesi, con il rischio che le lavoratrici ricevano soltanto lo stipendio di febbraio marzo aprile e non degli ultimi mesi.

Della situazione il Comune è stato informato da tempo, abbiamo avuto degli incontri con il Sindaco, l’Assessore e il dirigente competenti in materia, per cercare la maniera affinché le lavoratrici possano ricevere lo stipendio ed essere tutelate senza effetti collaterali negativi.

Fosse stato revocato l’appalto, infatti, le lavoratrici, precarie da 16/17 anni, avrebbero perso il lavoro.

E ancora. La Funzione Pubblica CGIL, in linea di massima, è contraria alle esternalizzazioni e uno dei motivi sta proprio nei problemi che questo stesso caso di Cattolica ci sta rappresentando. Tanti anni di precarietà non giustificherebbero il ricorso all’esternalizzazione ed indica che si è trattato di una scelta sbagliata, ma far rientrare il lavoro significherebbe, nell’immediato, indire un concorso pubblico lasciando le lavoratrici, dipendenti di una cooperativa privata, senza alcuna tutela.

Questi sono soltanto alcuni degli aspetti che come Sindacato abbiamo il dovere di considerare per ottenere la massima tutela delle lavoratrici.

Giudichiamo davvero deprecabile qualsiasi speculazione politica che si alimenti del loro stato di precarietà e di bisogno. Riconosciamo al gruppo di genitori che ha solidarizzato con le insegnanti la volontà di voler risolvere positivamente la questione anche se, la strumentalizzazione politica che ne è stata fatta, è evidente, così come è evidente il tentativo di scavalcare il Sindacato che le lavoratrici liberamente hanno scelto per farsi rappresentare.

La cosa che più urgentemente chiediamo come Funzione Pubblica CGIL è che tutti gli stipendi vengano pagati. Sui temi più generali relativi a esternalizzazioni e appalti, contro la precarietà e a garanzia della legalità, continueremo ad incalzare l’Amministrazione Comunale.

Ario Fabbri – F.P. CGIL Rimini

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