GIUSTIZIA “ALLO SFASCIO” – da Roma a Rimini le ragioni di una protesta non più rinviabile

A quattro mesi dall’insediamento dei nuovi vertici del Ministero della Giustizia le relazioni sindacali sono ferme al palo senza alcun plausibile motivo. E’ stata assicurata solo formalmente un’ampia disponibilità al dialogo ma nonostante le gravissime e note criticità delle amministrazioni della Giustizia la situazione è al palo.

Rimini: l’organico carente e le misure urgenti per contrastare le criticità degli uffici giudiziari

Tribunale: si registrano carenze importanti nei ruoli di cancelliere (7 posti vacanti sui 12 previsti) e di Assistente Giudiziario (8 posti vacanti sui 21 previsti). Queste carenze incidono particolarmente sulla macchina giudiziaria poiché si tratta di personale addetto alle udienze, in particolare quelle penali. A tal proposito è significativa la carenza di “operatori data entry” (5 posti vacanti su 11): si tratta degli impiegati addetti alla scansione degli atti cartacei penali per la digitalizzazione dei fascicoli;

Ufficio del Giudice di Pace: non sono coperte le posizioni di 4 unità tra assistenti giudiziari e cancellieri;

Procura: sarebbero previste – ma non sono coperte – le figure del conducente di automezzi e di ausiliario. Emblematico che l’Ufficio di Procura sia costretto a far fronte ai carichi di lavoro utilizzando personale delle forze di Polizia Giudiziaria anche per le attività amministrative.

Ufficio NEP che si occupa si notifiche e protesti: situazione ampiamente sotto organico con l’assenza di 1 funzionario, 4 ufficiali giudiziari e 1 assistente giudiziario.

Sia in Tribunale che in Procura sono assenti i Dirigenti Amministrativi: nonostante negli ultimi anni l’Amministrazione abbia messo a bando tali posizioni non vi sono state domande. E’ verosimile pensare che questo sia accaduto perchè gli uffici giudiziari di Rimini sono classificati di fascia economica inferiore in rapporto alla portata effettiva dell’attività. Sul punto è urgente un intervento politico per il passaggio alla fascia superiore.

Esternalità negative del turismo sul sistema degli uffici giudiziari A fronte delle assunzioni degli ultimi anni e delle recenti riqualificazioni che hanno consentito di garantire un minimo di turn-over dopo i pensionamenti, il personale è in numero decisamente insufficiente per poter garantire una dimensione di dignità della giustizia e di rispetto dei lavoratori.

Le piante organiche degli uffici giudiziari sono sottostimate rispetto alle specificità di questa provincia. A livello di Amministrazione Centrale quello riminese continua ad essere considerato solo un territorio con poco meno di 350.000 abitanti – senza che peraltro sia mai stata tenuta in considerazione la circostanza dell’ampliamento della Provincia ai Comuni provenienti dalle Marche.

Non sono solo i residenti a determinare attività per il Tribunale di Rimini: durante i mesi estivi – con oltre 12 milioni di presenze turistiche secondo i dati della Regione Emilia-Romagna – gli uffici giudiziari sono impegnati in una maggiore attività legata ai reati di micro-criminalità. Per Rimini, inoltre, confinare con lo Stato di San Marino comporta un carico di reati quali evasione fiscale e riciclaggio anomalo in rapporto al numero degli abitanti.

Manifestazione al Ministero della Giustizia: le ragioni della protesta

FP CGIL, CISL Fp e UILPA nazionali il 10 marzo manifesteranno a Roma, nei pressi del Ministero della Giustizia, rivendicando nei confronti del Ministero guidato da Carlo Nordio misure “volte innanzitutto a migliorare i servizi” come “l’ampliamento degli organici e un piano straordinario di assunzioni anche attraverso lo scorrimento delle graduatorie e la stabilizzazione dei precari, insieme alle procedure di digitalizzazione e smaterializzazione degli atti”. Serve, inoltre “dare piena applicazione al contratto nazionale con il contratto integrativo, sbloccare il pagamento del salario accessorio, le progressioni economiche e le carriere, per rendere attrattivo il lavoro nella Giustizia e riconoscere a chi ci lavora i giusti meriti”. Sul complesso delle richieste sindacali dal Ministero proviene un silenzio assordante.

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In particolare, nel territorio riminese, si riscontra un aumento del 15,1% degli infortuni sul lavoro, con 305 denunce; un aumento superiore a quello regionale.