Sport e spettacolo. Il nuovo stop potrebbe risultare fatale

Comunicato stampa. E anche la seconda chiusura è arrivata, puntualmente chirurgica, par assomigliare ad una beffa, bella e buona. Da un lato l’innegabile avanzata del Covid che imporrebbe una maggior determinazione generale, dall’altro un’azione che colpisce le imprese legate allo Sport e allo Spettacolo nonostante fossero state le prime a chiudere durante il lockdown invernale e le prime a mettersi in regola con sforzi notevoli per adeguare strutture e modalità di accesso. Pur in presenza di afflussi drasticamente diminuiti, hanno ricevuto, nuovamente, le disposizioni che ne impongono il momentaneo stop.

Come ricordato al Ministro dello Sport, perché non utilizzare gli istruttori sportivi per una diffusione sul corretto utilizzo delle misure di sicurezza ed altre possibili soluzioni per i lavoratori dello sport? Ed anche laddove la didattica sportiva continuerà a distanza, attraverso canali social, questa dovrà essere considerata a tutti gli effetti prestazione sportiva con riconoscimento economico per gli operatori.

A fronte di ingenti investimenti effettuati in tema di sicurezza, si è fatto presente ai Ministeri competenti come sia necessario un piano di rilancio che preveda l’utilizzo anche delle risorse provenienti dal Recovery Found, per giungere, anche attraverso le nostre proposte, a:

  • una riforma del settore sportivo che superi l’attuale quadro normativo,
  • alla creazione di un piano per i lavoratori dello spettacolo che a partire dagli ammortizzatori sociali per tutti per i lavoratori atipici e discontinui
  • alla stabilizzazione dei precari delle fondazioni lirico sinfoniche.

Questo nuovo stop potrebbe risultare fatale a due settori che rivestono un’importanza fondamentale nello sviluppo di un Paese democratico con una storia alle spalle che in tema di sport e spettacolo parla da sola.

I Segretari generali territoriali NIDIL e SLC  Alessandra GoriGuido Biagini

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In particolare, nel territorio riminese, si riscontra un aumento del 15,1% degli infortuni sul lavoro, con 305 denunce; un aumento superiore a quello regionale.